top of page

OFFICINA COSCIENZA

Il laboratorio di Teatro dell'Oppresso, denominato Officina Coscienza, nasce come atelier di formazione ed abilitazione alla vita, con utenti con disagio psichico, familiari ed operatori.

Officina è un atelier di riabilitazione atemporale della coscienza di sé stessi, la rigenerazione delle proprie identità, l'innalzamento delle responsabilità, l'ampliamento delle percezioni e, parafrasando una canzone di Celentano, "una carezza in un pugno" nei confronti di chi ha un pregiudizio per la diversità, nonchè un riscontro per tutti i soggetti sensibili della società.

Il teatro deve formare, attraverso la trasmissione di valori positivi e delle capacità di rilevare meccanismi automatici, sociali ed affettivi, che possono imprigionare un uomo; questi sono trasmissibili anche attraverso l’analisi crudele di una tragedia o attraverso la leggerezza di una commedia.

Ciò permette agli allievi e ai familiari di “giocare” con le incongruenze, che i disagi acuiscono nella collettività, in forma di conflitti e di problematiche che scaturiscono in: malesseri, privazioni, stenti, emarginazioni, discriminazioni, ghettizzazioni, incapacità di reagire in modo sano e costruttivo etc..

La messa in scena di uno spettacolo teatrale, ideato dal gruppo-teatro, con repliche, come accaduto con l’allestimento di Di Un Pinocchio - I Studio, ha il fine di sensibilizzare la popolazione e creare una maggiore aggregazione sociale. Questo momento realizza un passaggio determinante del progetto Officina Coscienza , rappresentando una fase importante, sia per l’aspetto psicoeducazionale, nei confronti dei pazienti, sia per l’aspetto pedagogico nei confronti del pubblico. In tal modo, infatti, il messaggio, filtrato dallo spettacolo rappresentato, diventa un potente strumento di comunicazione, rispetto ai vissuti emotivi, alle problematiche, alla dimensione della quotidianità, che ruota intorno al territorio. Questo aspetto, oltre che fornire una chiara e corretta informazione, relativa alla condizione dei pazienti, permette di entrare in contatto con il loro mondo. La conseguenza della non-conoscenza e della distanza, che spesso s’accompagna al tema di depressioni e diversità psico-fisica, si trasforma, a livello sociale, in un auto-isolamento, emarginazione e diaspora definitiva dalla società, mentre, a livello individuale, diventa profondo senso di solitudine ed impotenza.

 

L’ipotesi della ricerca è che l’esperienza teatrale ed il forte messaggio comunicativo ed emotivo in essa contenuto, possa modificare gli atteggiamenti sociali nei confronti delle diverse esigenze, attraverso la diffusione della corretta informazione, producendo in tal modo la diminuzione della paura di fronte la diversità e l’esclusione dei diversi, che subiscono una condizione di disparità sociale. Diventando nello specifico un potente strumento preventivo del rischio di emarginazione, correlato all’impossibilità di trovare riferimenti formativi nel territorio e nella collettività di appartenenza.

 

Il teatro permette di creare un incontro, dove sono importanti i “perché”, dove non ci si assume responsabilità da soli, ma con un gruppo nato e cresciuto tra persone, che tolgono la maschera e proteggono i propri eventuali spogliamenti (Alejandra Manini)

Obiettivi:

-    Acquistare cognizioni sulla coordinazione della propria diversità

-    Imparare a sviluppare ed inserire la propria diversità nelle regole della società

-    Apprendere il giusto significato di “Diversità”

-    Incentivare l’aggregazione

-    Stimolare il gruppo a cercare soluzioni a un problema collettivo, sociale e individuale;

 

 

Programma:

  • Riabilitazione psicofisica

  • Arte terapia

  • Drammaterapia

  • Esercizi di teatro e canto

  • Rivalutazione delle singole diversità

  • Narrazione del proprio “sé”

  • Confronto con il gruppo

  • Principali elementi di socializzazione

  • Inserimento sociale

  • Esercizi di aggregazione

  • Espressione singola/collettiva

 

La seconda fase prevede l'inclusione di una compagine selezionata di persone sensibili, operatori sociali e laureandi interessati a raffrontarsi con la diversità nella sua "straordinarietà.

 

Periodo di svolgimento: 3 mesi (attivazione con almeno 8 iscritti)

Durata: 46 ore: 14 incontri, della durata di 2h e 30 min. ciascuno, a cadenza settimanale

Orario indicativo: pomeridiano - serale

Fasce d’età: dagli 8 anni in su

 

 

​

​

bottom of page